Due giovani salentini costruiscono uno studio di legatoria e stampa a Gagliano del Capo.
Marilisa, classe ’94, laureata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, vive a Racale. Lui è di Gagliano del Capo, si chiama Roberto: classe ’91, laurea in decorazione, e poi specializzato in pittura sempre nell’istituto di alta formazione artistica del capoluogo barocco. Hanno scelto un percorso formativo con una vista da Sud, ma nei loro curricula non mancano le esperienze internazionali dell’Erasmus. Marilisa Bruno e Roberto Ciardo, un duo di artisti che sta sperimentando come le politiche pubbliche della Regione Puglia possono far prendere forma ai progetti dei giovani pugliesi. Sono tra i vincitori del bando “PIN – pugliesi innovativi” e nel sud Salento hanno fatto nascere “Officine Amaro”.
Il vostro progetto ha fatto nascere uno studio di legatoria e stampa in un piccolo paese del Sud Italia. Come è nata questa vostra idea di fare impresa?
L’idea è partita dal convogliare le nostre ricerche, conoscenze artistiche e studi accademici in una forza che potesse essere costruttiva e utile alla nostra sostenibilità economica.
Siamo partiti dalla strada, lungo il corso del centro storico di Lecce, proponendo quaderni e notebooks con rilegature semplici, con fogli tagliati dai grandi rotoli e copertine disegnate o stampate in calcografia o linoleografia. Far conoscere la pratica e la nostra ricerca artistica era ed è quello che ci interessa maggiormente. Abbiamo sentito la necessità di non essere solo un piccolo banchetto “estivo” ma una struttura più forte, in grado di caratterizzarsi, essere riconosciuta e di affermarsi accanto ad altre realtà per lo stile e la tipologia di prodotti, proponendo un brand che richiamasse il nostro territorio. Preponderante è stata anche la voglia di collaborare con altre società che già apprezzavano e stimavano la voglia di fare il nostro.
Siete risultati vincitori del bando regionale “PIN – Pugliesi Innovativi”. Non è stato semplice: avete tentato più volte e non vi siete mai arresi. Quanto è stato difficile raggiungere il risultato attuale, e perché questo strumento per voi è stato indispensabile per avviare l’attività?
Non è stato semplice… Dopo aver ricevuto per ben tre volte risposta negativa, abbiamo deciso di ritentare un’ultima volta. Ormai era diventata una sfida: cercare di abbattere il muro che ci divideva dalla vincita. I pochi punti che ci distanziavano dall’aggiudicarci il Bando ci hanno incoraggiato a riprovarci più volte. Nel mese di aprile 2021 arriva una e-mail, con risultato positivo. Finalmente, dopo avere presentato il progetto per più e più volte, risultavamo Vincitori del bando PIN-Pugliesi Innovativi. Il sostegno regionale è stato fondamentale per mettere su lo studio e il nostro progetto. Alcuni temi del bando PIN sono la cultura e l’innovatività e noi sentivamo che Officine Amaro potesse farne parte, per diffondere la conoscenza delle pratiche utilizzate nel laboratorio e come progetto innovativo culturale per l’utilizzo dei macchinari antichi in ghisa, recuperati da legatorie e tipografie dismesse di fine ‘800 e inizi ‘900.
Siete a Gagliano, in via Marinai d’Italia, al civico 2B. Con il vostro lavoro rendete unici libri, agende, ricettari, ecc. L’utilizzo delle numerose tecniche quali la xilografia, linoleografia, calcografia generano delle creazioni uniche e personalizzate.
I vostri prodotti per chi sono pensati?
I nostri prodotti sono pensati per chi ama scrivere, appuntare, per chi colleziona stampe o elaborati cartacei, per chi non riesce a stare lontano dalla carta soprattutto se è riciclata o se è stata adoperata in modo intelligente facendo attenzione agli sprechi. Chi frequenta il nostro laboratorio adora toccare la carta, sentire tramite il tatto la corposità dei fogli, cercare fra i prodotti un particolare che rende un prodotto differente dall’altro. Chi ama l’unicità di ogni singolo pezzo sceglie Officine Amaro. Siamo attenti al dettaglio e anche i nostri clienti, i nostri amici più affezionati spulciano e guardano con attenzione i nostri prodotti. I clienti che si affacciano alla nostra realtà sono maggiormente architetti, fotografi, giovani universitari o chi come noi ha frequentato o frequenta l’Accademia di Belle Arti, grafici, i nostalgici della stampa tipografica e anche persone con una spiccata sensibilità verso i temi che trattiamo. Il nostro pubblico è particolarmente attratto dai vari processi di stampa, come la personalizzazione tramite caratteri mobili, matrici costruite con materiali di recupero e le varie legature che adottiamo.
Tra le vostre attività vi sono anche workshop formativi. Officine Amaro è un laboratorio in cui la passione e le conoscenze vengono condivise. Credete che per progetti d’impresa come questo sia indispensabile avere anche una ricaduta sulla comunità, locale andando oltre al classico approccio artigiano-cliente?
I workshop o altre esperienze che proponiamo durante gli eventi sensibilizzano il pubblico facendo scoprire tecniche e lessico poco diffusi, utilizzando i nostri macchinari o guardando il nostro mondo provano soddisfazione nella conoscenza di nuove pratiche.
Il nostro obiettivo è condividere, trasmettere, far conoscere l’intento di Officine Amaro, far comprendere i processi nascosti dietro alle nostre produzioni e ai singoli passaggi valorizzando la politica del recupero che è alla base del nostro approccio.
Vengono utilizzati macchinari in ghisa di fine ‘800 e inizi ‘900, ogni giorno tocchiamo e utilizziamo strumenti storici, senza l’ausilio dell’elettricità, e questo ci permette di puntare su una produzione che lega l’efficienza dei macchinari e l’unione di un gusto contemporaneo. Per questo descrivere e far osservare la costruzione del nostro operato è importante. Prima si è fatto un riferimento ai nostalgici del mondo analogico, che con il nostro approccio pratico e tangibile si ritrovano in un ambiente a loro familiare e in linea con la nostra etica. Differente è invece chi ha solo adoperato il digitale e vuole affacciarsi ai nostri metodi di stampa o per chi ad esempio non conosce il termine legatoria o stampa rilievografica e a caratteri mobili. Questo genera curiosità per la scoperta di macchinari museali e metodi per un mondo totalmente sconosciuto, fatto di tantissimi particolari.