A Racale, nelle strade principali del paese salentino, mercoledì scorso sono comparsi i ritratti dell’edizione 2023 di “Questo non è un poster”, il progetto di arte pubblica della “Casa per la Vita Artemide”.
Nato nel 2020, “Questo non è un poster” è il titolo scelto da Walter Spennato, sociologo e coordinatore della Casa per la Vita di Racale, per lanciare una Campagna di sensibilizzazione contro il pregiudizio sul disagio mentale, con lo scopo di favorire l’inclusione sociale delle persone con sofferenza psicologica cronica.
I quattordici ritratti, quest’anno, sono stati realizzati dal disegnatore e live painter Massimo Pasca. Il disegnatore salentino ha arricchito i disegni creando degli sfondi che ricordano il barocco leccese, e inserito sulla sinistra una sedia, la celebre sedia di Vincent Van Gogh, dove al posto della pipa e del tabacco, come nel quadro originale del pittore Olandese dipinto nel dicembre del 1888, sono appoggiati oggetti che descrivono e raccontano meglio la persona ritratta: un paio di occhiali da sole, un pallone, uno stereo a casette, un pesce, un paio di scarpe da ginnastica, un pacco di Amazon, ecc.
“Queste sedie, per quanto riguarda Artemide, rappresentano il mondo e la relazione con il diverso. Legandolo alla malattia mentale nella storia della follia: rappresenta per me quel vuoto, quella mancanza della società, mancanza di attenzione, di sensibilità, quell’assenza, questo relegare la persona diversa ai margini della società” – spiega il sociologo ideatore dell’iniziativa.
Si ricorda, infatti, che l’Italia nel 1978 è stato il primo paese al mondo a produrre una norma che cancellasse definitivamente i manicomi, la cosiddetta Legge Basaglia. Tale iter è cominciato già nel ’68 con la regolamentazione dei servizi di igiene mentale pubblici.
Su tale tema il sociologo con “Questo non è un poster” vuole aprire una riflessione rivolta alla collettività su quanto, anche ora, il tema dell’isolamento delle persone con problemi psicosociali resti una questione di integrazione con il resto della società. Seppur siano state abbandonate le pratiche violente a cui erano sottoposti i “malati di mente” nei manicomi, c’è ancora uno spazio enorme da colmare per una vera inclusione di questi esseri umani nella comunità cittadina in cui vivono. “Da sei anni, però, sono partiti diversi progetti, dove io invito degli artisti a venire a far visita ai nostri ospiti, a stare con loro, a cantare, a suonare, oppure, a dipingere.” – continua Walter Spennato – “la mia idea si fonda su l’invito a riempire questa sedia, questo vuoto della società. Questa occasione permette l’incontro tra gli artisti e gli ospiti di Artemide. La presenza degli artisti, riempire quel volto, quell’assenza.”
L’autoritratto prima e i ritratti poi, affidati ad artisti nazionali, sono il mezzo scelto dalla struttura per mettere in connessione la comunità di persone residenti nella Casa per la Vita con la comunità più ampia, quella cittadina. “Il nostro vuole essere un modo “originale” di contribuire alla lotta allo stigma, parola quest’ultima usata, nel nostro contesto di lavoro, per indicare che la diagnosi di malattia mentale e i comportamenti che la accompagnano, risvegliano nelle persone atteggiamenti negativi e di rifiuto senza che ci sia una conoscenza reale del problema”- conclude Walter Spennato.