«Credo che tocchi ai giovani imporsi ed interessarsi a tutto ciò che è pubblico, sociale e culturale»
Alla guida dell’organo istituzionale di rappresentanza giovanile del Comune di Melissano c’è il ventiquattrenne Lorenzo Milone. Il suo attivismo è nato nel mondo della rappresentanza studentesca all’Istituto Tecnico Economico “A. De Viti De Marco” a Casarano. Crede in quel principio di rappresentatività dei partiti a cui fa riferimento la Costituzione, per questo è impegnato politicamente anche all’interno di Gioventù Nazionale, la giovanile di Fratelli d’Italia. Da luglio scorso Lorenzo si occupa di animare una comunità di giovani nella sua cittadina del Salento ionico.
Dallo scorso 6 luglio sei Referente della Consulta Giovanile. L’organo istituzionale comunale che ha la funzione di promuovere la partecipazione giovanile alla vita amministrativa e sociale della Comunità melissanese. Raccontaci un po’ quali sono state le iniziative più significative che avete realizzato in questi primi mesi.
Dopo le elezioni avvenute il 6 luglio 2022, sono Referente della Consulta giovanile, un organo consultivo che permette ai giovani melissanesi di essere partecipi della vita amministrativa. Mi piace pensare che le Consulta possa essere non solo lo strumento per incentivare la partecipazione giovanile, ma anche un ambiente stimolante per la crescita individuale dei ragazzi e delle ragazze melissanesi.
In questi la Consulta ha svolto un gran lavoro, cito brevemente alcune iniziative.
Dopo aver contribuito all’organizzazione dell’evento simbolo dell’estate melissanese, “Ciboperbacco”, abbiamo organizzato due serate culturali presentando le opere di due nostri talentuosi concittadini: Tommaso Stefanachi, autore del libro “Telempatìa Intensiva”, e Adriano Pisanello, creatore del fumetto su Don Tonino Bello.
Consci del fatto che la Consulta sia un organo di aggregazione, con spirito di cooperazione, abbiamo collaborato con varie associazioni del territorio come ProLoco, Junior Band e Cantiere di idee.
Colonna portante della società e bussola delle nuove generazioni sono senz’altro gli anziani con cui la Consulta ha avuto il piacere di organizzare, in occasione della festa dei nonni, una giornata di confronto reciproco. Colgo l’occasione per rivolgere un pensiero, a nome di tutta la Consulta giovanile, alla ex presidente della Consulta anziani, prof.ssa Mariastella Giannelli, venuta a mancare da poco.
Spesso questi organi consultivi sono appannaggio della retorica del “facciamo partecipare i giovani”. Quante volte e su cosa l’Amministrazione Comunale vi ha chiesto un parere sui temi che riguardano la popolazione giovanile?
Nel nostro caso specifico il regolamento prevede la presenza in assemblea dell’assessore con delega alle politiche giovanili e dei consiglieri con età inferiore ai 35 anni. Data la composizione del consiglio comunale, ad entrare di diritto a far parte dell’assemblea della Consulta giovanile sono un consigliere di maggioranza e un consigliere di opposizione.
Anche grazie al nostro statuto la Consulta è partecipe delle iniziative che riguardano la popolazione giovanile perché il dialogo con il consiglio comunale è massimo e diretto, merito dell’’impegno e della perseveranza di tutti i componenti della Consulta stessa, compresi coloro che hanno cariche istituzionali e che permettono l’instaurazione di un rapporto fiduciario tra noi e tutti gli amministratori. Per questo ci tengo a ringraziare: Maria Rosaria Siciliano, assessore con delega alle politiche giovanili, Edoardo Macrì, consigliere con delega alle politiche giovanili e Cristian Scarlino, consigliere di opposizione.
Molto spesso gli organi consultivi non sono resi partecipi delle decisioni che riguardano la popolazione giovanile,quindi non è per niente scontato il coinvolgimento che la Consulta riesce ad avere.
Tra le finalità nel Regolamento avete un ruolo strategico nel coordinamento delle attività ed i programmi promossi dai soggetti e dalle associazioni che agiscono sul territorio. Lo scorso 27 e 28 ottobre avete preso parte alla conferenza finale del progetto “The European Citizenship Network of Towns (EC-NET)” a Madrid. Inoltre, il 29 settembre avete ospitato a Melissano una tappa del progetto del Corpo Europeo di Solidarietà “Confiscarto” promosso dall’associazione taurisanese Fattoria Pugliese Diffusa. Quanto ritenete importanti per il processo europeo di integrazione la realizzazione di attività riguardanti la cittadinanza attiva e la loro caratterizzazione nella dimensione internazionale nel coinvolgimento dei giovani?
Entrambe le esperienze citate ci hanno resi più consapevoli dell’importanza della cittadinanza attiva come senso di appartenenza e di interesse dell’individuo, sia rispetto alle dinamiche locali, sia rispetto alla dimensione europea.
L’incontro avvenuto il 29 settembre, presieduto dall’associazione Fattoria Pugliese Diffusa, è stato di grande insegnamento. L’Europa investe nei giovani attraverso il finanziamento di smisurati progetti di cui c’è scarsa conoscenza e, di conseguenza, scarsa partecipazione.
I giovani devono essere intesi necessariamente come la generazione che creerà la classe dirigente del futuro e, per questo, il loro coinvolgimento deve essere, soprattutto a livello europeo, obiettivo primario delle istituzioni.
In sintesi, bisogna tornare ad investire sulle persone e sulla formazione, anche in relazione al contesto europeo, in modo da formare una società in cui possa ritornare il sentimento di appartenenza al territorio, di fiducia nelle istituzioni e conseguentemente di interesse riguardo il contesto sociale, politico e culturale. In questo modo potrà avere luogo un vero e proprio processo europeo di integrazione.
Il Mezzogiorno è quella parte d’Italia che segna una marcata differenza di velocità con il resto del Paese. Tu hai scelto di impegnarti attivamente per la tua comunità e con coraggio credi che l’azione quotidiana possa cambiare in meglio il territorio in cui vivi. Credi che il Sud sia pronto a lasciare spazio ad un protagonismo giovanile nelle istituzioni?
Non ti nascondo che questa domanda fa prevalere la parte più sentimentale del mio carattere e, guidato da questa, mi sento di rispondere che innanzitutto credo nel Mezzogiorno, nel Sud e nel potenziale delle nostre comunità. Solo credendo fermamente in questo ci si può impegnare attivamente per cambiare in meglio il nostro territorio.
Il sud e le istituzioni sono certo che possano trovare nei giovani meridionali la marcia in più per arginare il divario con il resto della nazione.
L’entusiasmo giovanile può essere determinante, ma sono dell’idea che il testimone deve essere raccolto da un giovane, non solo per età anagrafica, ma soprattutto per merito.
Nel periodo storico in cui ci troviamo c’è estremamente bisogno di dar voce ai giovani, ma credo anche che tocchi proprio a loroi imporsi e interessarsi a tutto ciò che è pubblico, sociale e culturale: purtroppo non è cosa scontata.
Oggi i giovani devono essere considerati dalle istituzioni una risorsa, le loro energie e la loro creatività sono fondamentali per il mondo che verrà.