Ogni riccio un biocapriccio, abbiamo ripreso uno dei proverbi per descrivere le persone più irriverenti, dispettose e capricciose. Un pò come la capigliatura che non sta mai ferma, molto spesso anche gli amanti dei ricci di mare trascuravano il fermo biologico che veniva imposto.
Nella seduta del consiglio regionale del 28 marzo è stato approvato il piano di salvaguardia per la tutela del riccio di mare. Presentata dal gruppo regionale la “Puglia domani” a cura del consigliere Regionale Paolo Pagliaro lo scorso ottobre dopo un lungo iter burocratico finalmente è stata approvata.
Con la presente legge, si intende sospendere per un periodo triennale l’attività di pesca, anche di tipo sportivo, del riccio di mare nelle acque del territorio regionale.
Si impone, cioè, un fermo necessario per consentire il recupero degli stock e la ricostituzione della risorsa nel nostro mare territoriale, messa a rischio dal massiccio prelievo effettuato negli ultimi anni. Non sono più sufficienti i periodo di fermo già imposti da tempo per permettere il ripopolamento dei mari ma si è scoperto che il riccio di mare, infatti, necessita di tempi piuttosto lunghi per la sua fecondazione e per il suo sviluppo. La normativa settoriale di riferimento (D.M. del 12 luglio 1995) fissa la taglia minima di cattura che deve essere non inferiore a 7 centimetri di diametro totale, compresi gli aculei che molto spesso veniva ignorata dai pescatori. Il tempo necessario per raggiungere tale dimensione per un Paracentrotus lividus impiega tra i quattro ed i cinque mesi per il raggiungimento della taglia commerciale.
In queste ore numerosi ristoratori si sono dimostrati favorevoli alla legge, visto che l’impatto sarà limitato. Da tempo, infatti, il comparto gastronomico pugliese provvede all’approvvigionamento del prodotto ittico da altre zone FAO del Mediterrano quali Spagna, Grecia e Croazia.
“È giusto questo Stop – dice il ristorante L’Altro Baffo di Otranto tramite i suoi canali sociali- il mare lo merita. Ma la nostra regina continuerà a essere servita! Il nostro approvvigionamento non ha mai, per fortuna, gravato sul nostro mare.”
Anche la regina di foodnetwork la macara Daniela Montinaro tramite il suo profilo privato ha voluto lanciare un messaggio: “Le linguine ai ricci erano il nostro piatto di punta, gli ospiti prenotavano per porzione e non per numero di persone. Abbiamo smesso da diversi anni perché abbiamo cominciato a capire che proporre ricci nei ristoranti era diventato insostenibile, soprattutto quando il mare continuava ad esser depredato, violentato anche nel periodo di fermo.Quindi, noi Siamo felicissimi della notizia relativa al fermo di 3 anni per la pesca dei ricci.”
Il ruolo fondamentale del riccio di mare non è, poi, esclusivamente di natura commerciale-culinaria. I ricci, infatti, svolgono una preziosa azione da spazzini e comunque pulitori dei fondali rocciosi; grazie a loro sugli scogli a bassa profondità viene rimosso l’antiestetico borraccino che tende a soffocare le varie forme di vita ancorate al substrato marino.
Ogni rinuncia porta ad un forte beneficio, aspetteremo il ritorno del riccio di mare dalle acque cristalline di Puglia come un bambino aspetta felicemente il giorno di Natale.