Classe ‘77, laureata in filosofia, con un bagaglio ricco di esperienze nel mondo del teatro, della formazione e della cultura. Ha vissuto le dimensioni dell’evoluzione della cultura nel Salento nelle più importanti realtà del territorio, dalla “Busacca”, a “Témenos – Recinti Teatrali”, fino all’associazione culturale “V. Bachelet”.Nel 2012 ha fondato un suo progetto imprenditoriale dando vita alla Coop. Indisciplinati, nata nei comuni di Parabita, Matino, Collepasso e Alezio con il bando regionale Bollenti Spiriti.
Nel febbraio 2016 hai intrapreso, insieme alla coop. che coordini, una sfida molto importante: riattivare una biblioteca comunale. Racale per molti anni ha vissuto senza una biblioteca e il 20 febbraio 2016 fu inaugurata la nuova biblioteca cittadina presso il piano terra, da poco ristrutturato, di Palazzo D’Ippolito, alle spalle della Chiesa Madre di Santa Maria de’ Paradiso. Come è nata l’idea di investire il vostro impegno proprio a Racale?
Ho vissuto a Taviano per circa 16 anni, in questo comune abbiamo realizzato tanti progetti, prima insieme alle amministrazioni comunali che si sono succedute dal 2001 e poi, anche, con le realtà del territorio, in modo particolare con l’Ass. Bachelet. Tuttavia, ho sempre guardato a Racale come ‘una possibilità’. E, quando nel 2015 mi sono ritrovata a scegliere su quale comune investire, a quale bando partecipare, ho scelto Racale. Per due motivi: primo, il sindaco di allora, Donato Metallo, che conoscevo pochissimo, mi dava la sensazione di un buon compagno per poter costruire qualcosa di solido e di importante; secondo, un comune ‘meno affollato’ ci avrebbe consentito di progettare, ideare, realizzare qualsiasi percorso. E con Donato ci siamo detti: ora ci sono i luoghi, possiamo concretizzare le idee!
Insomma, sembra essere tutto pronto per l’apertura. Raccontaci qualcosa di questa biblioteca comunale 2.0. Siamo curiosi.
Per la precisione, un biblioteatro! Beh, che dire, un sogno che si realizza…un luogo di cultura nel cuore del paese, in cui è possibile leggere un libro e magari sorseggiare una tisana, studiare o lavorare, con annessa pausa caffè. E poi c’è uno spazio dedicato alla lettura e ai giochi per i bambini, mentre mamma o papà possono chiacchierare seduti a un tavolino. Abbiamo una sala multimediale e, il luogo più emozionante per me, la sala teatro. Non manca proprio nulla, insomma. Il piacere della mente si unisce al piacere del palato. L’idea principale, infatti, è creare un ambiente stimolante culturalmente, ma anche rilassante, in cui è possibile relazionarsi o stare con se stessi.
I dati Istat del 2019 ci dicono che nella parte più povera del Paese, il Mezzogiorno, solo il 27% delle persone con più di 6 anni dichiara di aver letto almeno un libro.
Questo dato va inoltre correlato anche con l’accessibilità ai luoghi della cultura come le biblioteche comunali, che sono quelli in cui si può leggere un buon libro anche senza acquistarlo. E’ importante ricordare, poi, che la Puglia fino al 2020 era considerata la regione con meno biblioteche totali in rapporto alla popolazione 6-17 anni.
Diversi studi hanno evidenziato come l’attitudine di consumare contenuti culturali si eredita, perciò due sono i fattori che determinano l’avvicinamento alla lettura dei ragazzi: la scuola e le biblioteche. Le istituzioni locali, proprio con le biblioteche comunali, sono responsabili – a maggior ragione nei piccoli comuni di provincia – dell’effettiva garanzia del diritto allo studio e di quello di eguaglianza. Sono pilastri importanti che edificano la società che vorremmo: appassionata di cultura e istruita.
A tal proposito, la coop. sociale Indisciplinati vanta numerosi progetti sulla lettura rivolti ai più piccoli…
Sì, un anno fa è nato il progetto ‘Leggi per SfogArti’ in collaborazione con l’Ass. Granelli di Sabbia e Bordo Creativo. I primi comuni sono stati Trepuzzi e Ugento, che hanno promosso e finanziato l’iniziativa. L’obiettivo è promuovere la lettura attraverso gli albi illustrati, soprattutto, e la creatività attraverso laboratori artistici e manuali. Abbiamo partecipato spesso alla promozione della lettura negli Istituti Scolastici con il progetto #ioleggoperché. E con l’Istituto Comprensivo di Taviano abbiamo partecipato al progetto ‘Mi scappa di leggere’, ideato dalla prof.ssa Ilaria Spiri.
Il 27 marzo dello scorso anno al Binario2 abbiamo organizzato la Giornata mondiale del Teatro. Era un modo per sentirsi meno soli: il Covid-19 ha messo in ginocchio il settore della cultura. Gli operatori dello spettacolo, della musica, del teatro hanno vissuto mesi davvero terribili. Lo sai bene, sono settori in cui spesso i lavoratori e le lavoratrici si vedono trattati in maniera diversa dall’operaio o dall’impiegato. Credi che le istituzioni durante l’emergenza abbiano trascurato le imprese culturali?
Da una parte ci sono stati molti finanziamenti, che hanno dato un po’ di sollievo. Dall’altra, cultura e arte sono state trascurate perché è stata messa al primo posto l’emergenza che si sta ancora affrontando. Ma come si fa a dire se è bene o male?
Saliamo sul palco, il tuo lavoro durante il lockdown non è andato in pausa. Tu e Anna Ronga avete lavorato su Le Baccanti di Euripide, una tragedia non certo facile da rappresentare. Eppure, il 9 e il 10 luglio della scorsa estate siete andati in scena nell’ex Cinema Verdi di Racale. Un successo enorme. Come mai avete adattato proprio questa opera del celebre drammaturgo greco?
Dopo un periodo di pandemia in cui i teatri sono rimasti spenti, l’idea di fare uno spettacolo importante in cui ci fossero tanti attori in scena in un teatro appena inaugurato – unendo al teatro la musica e la danza aerea – è stato un modo per dire che nonostante il brutto periodo l’arte continua a vivere in maniera forte e ha diritto di esserci perché sostiene l’anima. Con Anna è venuta fuori questa idea di riscrivere il testo così da tirar fuori dei temi attuali come ad esempio lo straniero. Nella tragedia, infatti, lo straniero Dioniso è colui al quale vengono chiuse le porte. È presente anche il tema dell’emancipazione femminile. Abbiamo strutturato il testo come un percorso di crescita personale: così è venuto fuori il titolo “Baccanti o del sé ricucito”. Emerge anche la tematica del dolore che se rimane dentro ti condiziona per tutta la vita. Il personaggio di Agave, la madre che uccide il figlio, mette al centro una delle vicende più dolorose che la vita possa riservare. Si ritrova a fare i conti con la sua parte di “ombra”. Partendo da questo dolore Agave comincia a riprendersi il suo essere donna.