In attesa di capire come i comuni di Taviano, Racale e Alliste stiano programmando interventi nelle marine per la stagione estiva, è tempo, in virtù delle polemiche di questi giorni, di toccare un altro argomento spinoso.

Annunci sui giornali, appelli disperati sui social e le solite frasi “riapre se trova personale“. Da tempo ormai, complice anche la pandemia da Covid-19, il mondo della ristorazione e quello alberghiero hanno incontrato alcune difficoltà nella girandola di aperture, chiusure e limitazioni alle quali hanno dovuto far fronte, frutto proprio delle restrizioni.

Spesso questo gioco ha creato confusione innescando la rabbia e la perplessità – anche comprensibile – degli esercenti ma, d’altro canto, sarebbe inopportuno non riconoscere un impegno di amministratori e governanti che nel tempo hanno individuato misure, reperendo risorse economiche da destinare proprio alle attività commerciali in crisi.

Nel post pandemia e a poche settimana dall’apertura della bella stagione, intanto, non sembrano placarsi le polemiche delle associazioni di categoria sulla retribuzione degli operatori dei settori turistici e ricettivi. A difendere a spada tratta gli imprenditori è Confcommercio Lecce.

Bagnino
Bagnino

“Troppo facile sparare a zero sulle aziende e sbattere gli imprenditori in prima pagina come sfruttatori di manodopera a basso costo – ha commentato Mimmo De Santis, presidente provinciale e consigliere nazionale di Federalberghi -. Troppo facile far diventare il malcostume di pochi una regola che vale per tutti. Chi non rispetta quanto previsto dal contratto collettivo nazionale deve pagare” ma, assicura, “il pregiudizio in base a cui chi lavora nel Salento non veda rispettati i propri diritti” non deve esistere per il numero uno provinciale di Federalberghi.

La posizione di Federalberghi

“Noi stiamo dalla parte della legalità e come noi la stragrande maggioranza delle imprese. Riteniamo che oggi più che mai il lavoratore sia l’elemento cardine su cui imperniare l’intero processo di crescita aziendale e, di conseguenza, sarebbe controproducente per non dire antieconomico non valorizzarne competenza e professionalità”.

Piero Merazzi, presidente del sindacato provinciale Ristoratori Confcommercio Lecce, respinge le accuse riportando la voce di molti imprenditori costretti a rinunciare ad assumere personale “perché non trovano persone disposte a lavorare la domenica o nei festivi. Mancano anche gli aspiranti dipendenti che preferiscono non essere assunti per poter continuare a percepire disoccupazione, reddito di cittadinanza e sussidi vari”.

L’attacco di Confcommercio Lecce

Merazzi passa poi all’attacco: “Dovrei dunque desumere che i lavoratori siano tutti così? Che non si trovi personale serio e volenteroso? Assolutamente no, perché conosco il nostro territorio e non faccio di tutta l’erba un fascio. Il vero problema è che risulta quasi impossibile reperire manodopera, figuriamoci manodopera specializzata, non è un problema di salari e retribuzioni”.