«Una donazione di sangue è un grande gesto di altruismo, solidarietà, amore e senso civico»
Classe ’96, dal 2019 è Segretaria dell’Associazione dei Donatori Volontari di Sangue di Racale. Il suo impegno nel volontariato è una virtuosa storia di contaminazione trasmessa dal padre, storica figura attiva nel mondo dell’associazionismo racalino. Il suo coraggio l’ha portata ad abbracciare la cultura del dono. Al primo tentativo la paura ha avuto la meglio, ma successivamente la tenacia, nel 2021, l’ha portata ad abbracciare a pieno la grande famiglia dei donatori di sangue della città salentina. Oggi in paese è impegnata, oltre che nella Consulta Giovanile, nel prestare il proprio impegno civico all’interno del progetto del Servizio Civile Universale “Welcome to the city”.
Giovane e impegnata all’interno dell’associazionismo locale. Sei segretaria dell’associazione racalina dei Donatori Volontari di Sangue. Quali sono i motivi che ti hanno spinta ad assumere un ruolo di primo piano all’interno del mondo del volontariato?
In realtà mi ci sono ritrovata un po’ per caso e il solo pensiero di ricoprire un ruolo così importante mi dava tanta ansia, pensavo di non essere all’altezza. Se da una parte il mondo del volontariato aveva sempre suscitato in me una grande curiosità, non ne avevo mai preso parte attivamente. Però ho subito accettato, mi sono messa alla prova e ci metto tanto impegno per poter svolgere al meglio il mio ruolo. Per certi versi è anche una cosa che mi diverte, mi aiuta a conoscere tantissime cose, ad esempio come funziona un’associazione al suo interno, come bisogna organizzare una donazione e di quali cose si ha bisogno. Mi ha portato a mettermi in contatto con altre persone. Inoltre, posso dire che dietro un’associazione, o per meglio dire al suo interno, c’è davvero tanto lavoro e ci sono tante persone che ci mettono tantissimo impegno, che hanno tanta passione e ci tengono veramenti: è bello stare lì in mezzo ad assistere e ad apprendere da loro.
Da più di un anno la Fidas di Racale ti ha designata tra i componenti in rappresentanza delle associazioni all’interno dell’organo consultivo del comune di Racale, la Consulta Giovanile. Credi che sia importante diffondere la cultura del dono tra i tuoi coetanei?
È interessante, stimolante e bello far parte di un organo consultivo come la Consulta Giovanile ed è altrettanto bello avere l’occasione di portare al suo interno la realtà della Fidas. La Consulta Giovanile penso sia un modo di poter entrare, concretamente, in contatto con le idee e i pareri che i giovani hanno sulla donazione e sulla cultura del dono. A oggi credo che sia ancora più importante diffondere la cultura del dono tra i miei coetanei in quanto sono proprio loro che possono rappresentare e divulgare il gesto del dono. Colui che dona non sta semplicemente compiendo una donazione di sangue, ma sta donando una parte di sé, sta aiutando qualcuno che ha bisogno, è un grande gesto di altruismo, di solidarietà, di amore e di senso civico. Una donazione avviene in maniera sicura ed è molto più semplice di quel che si crede. Anche la donazione di plasma è un gesto importante, ti “ruba” un po’ più di tempo rispetto alla donazione di sangue, ma è altresì fondamentale nella cura di molte patologie croniche, anche rare.
Molto spesso è la paura a fermare le persone nell’avvicinarsi a realtà come la tua che si occupano di donazione del sangue. Eppure, è uno dei gesti più solidali che esistano. Con una trasfusione si salvano vite umane e si fornisce sollievo a coloro che soffrono di diverse patologie. Raccontaci la tua prima donazione.
È proprio vero: donare il sangue è uno dei gesti più solidali che si possano compiere, è donare se stessi, è un atto d’amore verso il prossimo, un atto concreto, pratico, che non occupa molto tempo. Il solo pensiero di aiutare qualcuno che ne ha davvero bisogno, di alleviare in parte le sue sofferenze, è davvero meraviglioso. La mia prima donazione? Ci ho messo un po’ per farmi coraggio, mettere via la paura dell’ago e fare il grande passo. Il primo tentativo lo feci in ospedale, al centro trasfusionale di Gallipoli, ma si sa…l’ansia e la paura giocano brutti scherzi, non ce la feci e andai via. Il pensiero di non avercela fatta era pesante perché in fondo volevo davvero donare e poter aiutare qualcuno, così promisi a me stessa che alla prima occasione ci avrei riprovato. Il 10 gennaio 2021 si svolgeva la donazione in sede, ci riprovai e ci riuscii, è stato davvero bello farlo. Dopo la donazione mi sentivo felice e lo sono ancora oggi ogni volta che dono.